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News da UNIMA Italia

OTTOBRE 2025

Aiutiamo Murad e la sua famiglia

Raccolta fondi per marionettisti palestinesi a Gaza

Gaza, settembre 2025


Mi chiamo Murad Al Maghari e scrivo con un appello disperato per la sicurezza della mia famiglia. Sono un marionettista e uomo di teatro di Gaza. Per molti anni ho dedicato la mia vita a portare speranza, gioia e sostegno psicologico a bambini e famiglie attraverso il teatro di figura e il teatro drammatico. Il mio lavoro è sempre stato radicato nel desiderio di aiutare gli altri a guarire e affrontare le dure realtà che ci circondano.


Dall’inizio della guerra non ho smesso neanche un giorno di svolgere il mio ruolo di insegnante di teatro, facilitatore, marionettista e regista. Continuo a lavorare con e per i bambini, nonostante i rischi costanti. Ho collaborato con numerosi gruppi e istituzioni dedicati all’infanzia, tra cui: Smile of a Child initiative, Theatre Day Productions, Basma Society for Culture and Arts, Tamer Institute, Camp Theatre, Aisha Association for Woman and Child Protection, A. M. Qattan Foundation e UNICEF.


Con queste organizzazioni ho condotto innumerevoli sessioni di sostegno psicosociale, spettacoli di teatro di figura e laboratori teatrali per bambini. Questo lavoro è la mia missione, la mia responsabilità e il mio modo di servire i più vulnerabili di Gaza.


Nel 2022, mia moglie Amal e io abbiamo acquistato la nostra prima casa a Tel Al Hawa, a Gaza City. Il 20 gennaio 2023 ci siamo trasferiti nel nostro appartamento, convinti che fosse l’inizio di una vita nuova e stabile per i nostri tre figli. Quel sogno è durato solo nove mesi. Il 7 ottobre 2023, allo scoppio della guerra, abbiamo resistito a tre notti di bombardamenti incessanti prima di fuggire portando con noi solo qualche vestito e i documenti. Da allora siamo sfollati, impossibilitati a tornare a casa.


Due mesi dopo, il nostro appartamento è stato colpito e gravemente danneggiato. Nello stesso periodo il luogo di lavoro di mia moglie – Theatre Day Productions in Al Jalaa Street – è stato bombardato e distrutto. In un solo istante abbiamo perso sia la nostra casa che i nostri mezzi di sostentamento.


Da quel momento la sopravvivenza è diventata una lotta continua. I prezzi sono decuplicati, il cibo è scarso e l’acqua potabile quasi introvabile. Molte sere i miei figli vanno a letto affamati. Mayar ha 14 anni, Zein Aldein 10, Maria 5: ancora così piccoli, eppure già schiacciati dal peso quotidiano della fame e della paura.


Negli ultimi mesi, spinto dalla disperazione, ho percorso a piedi più di un’ora dal nostro rifugio fino al punto di distribuzione alimentare americano a Nitsarim. Ogni viaggio era come camminare incontro alla morte. In tre occasioni sono tornato a mani vuote. Una volta, un giovane accanto a me è stato colpito e ucciso. Lo conoscevo, era del mio quartiere. Mio fratello e io lo abbiamo trasportato su un’asse di legno, e ho usato la mia camicia per tamponare la sua ferita mentre intorno piovevano proiettili e schegge. Raggiungemmo un punto medico, ma non sopravvisse. Tornai a casa ricoperto del suo sangue, senza cibo, consapevole di quanto la morte fosse vicina in ogni momento. Eppure non potevo fermarmi: i miei figli avevano bisogno di mangiare.


La situazione a Gaza City è diventata catastrofica, e ora la minaccia imminente di una nuova invasione di terra incombe su di noi come un incubo. I bombardamenti non cessano e il pericolo ci accompagna ovunque. Uno dei momenti più terribili per me è stato quando mi recavo a un laboratorio di teatro drammatico per bambini sfollati: l’edificio accanto al campo dove si svolgeva l’attività è stato colpito direttamente.


Per un attimo il mio cuore si è fermato – non solo per lo shock dell’esplosione, ma per la paura per i bambini. Dopo cinque minuti mi sono precipitato sul posto, cercandoli disperatamente. Per fortuna nessuno di loro è rimasto ferito fisicamente, ma le conseguenze psicologiche sono state gravi. Li ho raccolti, li ho calmati con esercizi di respirazione e rilassamento finché non si sono tranquillizzati, e ho chiamato i loro genitori per rassicurarli. In quel momento ho sentito che quei bambini erano come miei figli.


Nonostante i rischi, mia moglie ed io continuiamo a fare ciò che possiamo per gli altri. Organizziamo laboratori di teatro drammatico per bambini sfollati e abbiamo avviato una piccola iniziativa di

panificazione per condividere il pane con le famiglie vicine. Ma la nostra più grande responsabilità resta proteggere i nostri figli, e qui non siamo più in grado di farlo.


Ogni giorno che restiamo a Gaza le nostre vite sono in pericolo. Vi chiediamo aiuto per garantirci un passaggio sicuro, affinché i nostri figli possano avere una possibilità di vivere. Il teatro non è mai stato soltanto un lavoro per noi: era la nostra anima, il nostro messaggio, il nostro modo di portare luce agli altri nell’oscurità. Sogniamo un giorno di poterci tornare. Ma oggi la nostra speranza più semplice è la sopravvivenza.

Murad Al Maghari

(Gaza, Palestina)



Lo scorso 26 agosto THEMAA ha ricevuto una richiesta da Murad Al-Maghari, marionettista palestinese, che desidera lasciare la Striscia di Gaza insieme alla sua famiglia.

 

Per farlo, intende presentare domanda per il programma PAUSE (https://www.programmepause.fr), la cui scadenza è fissata al 25 settembre prossimo. Questo programma concede ai beneficiari un visto “Talent” della durata di un anno, rinnovabile, e consente la loro evacuazione da Gaza con i familiari (nel caso di Murad, con la moglie e i tre figli di 14, 10 e 5 anni). Murad e la moglie Amal parlano inglese.


L’UNIMA Internazionale, che ci affianca in questo percorso, ci ha confermato che egli fa parte a pieno titolo dei marionettisti professionisti censiti a Gaza. Più sotto troverete alcune informazioni sul suo lavoro artistico e sulle condizioni di pericolo in cui vive attualmente.


Il programma PAUSE, che protegge e accoglie scienziati e artisti in pericolo e impossibilitati a proseguire le proprie attività nel loro paese d’origine, è promosso dal Collège de France con il sostegno dei ministeri dell’Istruzione superiore e della Ricerca, dell’Interno, dell’Europa e degli Affari Esteri, della Cultura, nonché di numerosi partner del settore dell’istruzione, della ricerca, della cultura e della società civile.


Da circa dieci giorni, in collaborazione con il collettivo Ma’an – che da quasi due anni ha maturato una vera competenza nell’elaborazione di dossier di questo tipo – stiamo attivando la rete professionale del nostro settore per rispondere a questa richiesta. Ma, affinché la domanda al programma PAUSE abbia reali possibilità di successo, la questione del budget è ovviamente centrale.


Ecco perché ci rivolgiamo a voi con questo crowdfunding dedicato a questo progetto, che ci permetterà di integrare i contributi delle diverse strutture:


https://www.gofundme.com/f/looking-for-safe-and-quiet-life?attribution_id=sl%3Ab8c75f62-46af-45b4-ad36-66b0ac3a0708&lang=en_US&ts=1748608048


Link a immagini recenti del lavoro di Murad Al-Maghari: https://drive.google.com/drive/folders/1eQzz1KbPRt14oQzpqn0bOVT0gBl23pfH


Nel seguente drive troverete il CV di Murad, una biografia, un video del British Council con estratti da uno spettacolo teatrale a cui ha partecipato, e la registrazione integrale dello spettacolo: https://drive.google.com/drive/folders/1Q67gnDSwA2cphtUOziVfH480cE0TSuE_


NB: il laboratorio di costruzione, la casa e il teatro dove la famiglia lavorava sono stati distrutti; l’accesso a materiali e strumenti di lavoro è oggi estremamente limitato.


 Il Consiglio Direttivo di UNIMA Italia

Aiutiamo Murad e la sua famiglia
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