SERIE DI INCONTRI NAZIONALE / REGIONALE / EUROPEO:

UNIMA Italia, THEMAA, FAMO, POLEM, AURA, ITALIA, FRANCIA, SPAGNA

Articolo pubblicato da Toni Rumbau il 1° luglio 2021 sulla rivista web TITERESANTE

Alcuni dei partecipanti all’Atelier del 9 giugno 2021. Foto dello schermo realizzata da Adolfo Ayuso

Si sono tenuti durante i mesi di maggio, giugno e luglio 2021, diversi incontri promossi da varie persone ed enti, tra le quali si segnalano Giorgio Pupella, del Centro Odradek-Compagnia Pupella-Nogués di Tolosa (Francia), che in queste occasioni ha parlato in rappresentanza della FAMO (Federazione per le Arti della Marionetta in Occitania), che raggruppa burattinai* e direttori di strutture, Claire Duchez di THEMAA  (Associazione nazionale dei Teatri di Marionette e delle Arti Associate, Centro francese di UNIMA), Ezéquiel Garcia-Romeu di POLEM (Raggruppamento dei marionettisti della Regione Sud), Clément Peretjako di AURA (Collettivo dei marionettisti della Regione Auvergne Rhone-Alpes) e i 3 rappresentanti di UNIMA Italia Fabrizio Montecchi, Valeria Sacco e Valter Broggini.

*in tutto l’articolo si utilizzano i termini burattino, burattinaio e burattinesco per tradurre le parole titere e titiritero

Giorgio Pupella e Joëlle Noguès, nell’Odradek di Toulouse   Foto T.R.

L’idea degli incontri, è stata quella di stabilire contatti tra i Centri UNIMA nazionali dei tre paesi vicini Francia, Italia e Spagna e con altre associazioni e operatori regionali, con una finalità chiara: promuovere la conoscenza reciproca e il contatto permanente al fine di creare dinamiche di collaborazione e sollevare al tempo stesso il tema dei meccanismi di unione, associazione e collaborazione tra entità situate in ambiti nazionali e regionali. Come si stabiliscono e dovrebbero funzionare le dinamiche e le relazioni tra il globale e il locale, il nazionale e il regionale, così come tra i vari organismi regionali? Allo stesso modo, si ricerca l’incontro e la collaborazione tra i Centri nazionali UNIMA dei tre paesi.

Pagina web di THEMAA

È latente una preoccupazione in seno alle organizzazioni nazionali e locali, sul come far sì che l’attenzione verticale degli enti nazionali riesca a cogliere il dettaglio e la complessità dell’ecosistema burattinesco locale, le cui problematiche richiedono trattamenti speciali, così come strategie di organizzazione, difesa e sviluppo particolari.

Pagina web di UNIMA Italia

Questa preoccupazione ha creato un interesse degli operatori francesi e italiani verso la realtà spagnola, politicamente decentralizzata per mezzo dello Stato delle Autonomie: come funziona l’UNIMA Federazione Spagna? Come sono le relazioni della Giunta Federale con le distinte UNIMA autonomiste?

Pagina web di Unima España

Una realtà molto differente da quelle francese e italiana. La prima a causa del suo ben conosciuto centralismo di radici giacobino-repubblicane, che consente un impressionante dispiegarsi della sua organizzazione nazionale THEMAA, ma che ha visto allo stesso tempo la nascita, in modo autonomo, di tre raggruppamenti regionali, tutti nel sud della Francia (FAMO, POLEM, AURA), senza nessun conflitto con l’associazione nazionale, anzi con gli auspici e la complicità della stessa. Si evidenzia qui la grande pratica associativa e il dialogo fruttifero con le amministrazioni che hanno gli operatori culturali in Francia, un paese che ha saputo separare la politica della cultura, assicurando in questo modo strutture solide e un finanziamento regolare delle stesse.

Esposizione ‘Objet, toi-même’ al MUCEM di Marsiglia, organizzata da POLEM

Nel caso dell’Italia, il paese è molto decentralizzato ma nel campo culturale e dei burattini nello specifico, non ha potuto articolare dinamiche di tipo nazionale/regionale strutturate. Sempre, quando si è tentata una regionalizzazione di UNIMA Italia, ha prevalso la pulsione disgregatrice ed escludente, e quindi la necessità ha imposto un’unica organizzazione nazionale, la quale, come ha ben spiegato Fabrizio Montecchi, attuale segretario di UNIMA Italia, ha come uno dei principali obiettivi rendere più dinamiche le realtà locali sull’intero territorio nazionale. Questo Centro è maggiormente insediato nelle zone ricche del nord e del centro Italia.

Incontro de maschere. Fondale di Peppino Sarina. Museo di Peppino Sarina, Tortona. Foto T.R.

Per gli spagnoli la preoccupazione dei nostri vicini e il loro esame della nostra realtà produce un interessante effetto “specchio”: permette di vederci da fuori, attraverso degli sguardi che danno valore a ciò che non sempre noi stessi sappiamo valorizzare. Sarà un risultato il sistema che abbiamo creato di diverse UNIMA federate, che ogni giorno funzionano meglio nella dimensione locale, con aiuti chiesti alle amministrazioni autonomiche e municipali, dopo aver creato una Giunta Federale che dinamizza e facilita la pulsione globale/locale? In effetti la citata Giunta Federale si incarica delle relazioni con il Ministero, coordina l’insieme delle UNIMA locali e organizza almeno tre eventi di grande importanza per tutti: il Congresso annuale, la Scuola Estiva e la rivista Fantoche (oltre ai vari appoggi a borse di studio, ricerche e partecipazione a corsi che permette un budget più elevato).

Manifesto del Congresso di Unima Federación España 2019 a ZaragozaOrganizzato da Unima Zaragoza.

Anche se in verità è difficile immaginare oggi che UNIMA, così com’è strutturata in Spagna, raggiunga la forza e la potenzialità che ha THEMAA francese. Analizzare il perché per gli “unimisti” spagnoli è un eccellente esercizio di autoanalisi critica.

È per tutte queste ragioni che coloro che hanno convocato inizialmente la riunione hanno invitato molti spagnoli, per conoscere queste realtà, difficili da comprendere oltre i confini e per stabilire contatti che possano generare nuove dinamiche.

Pagina web di Unima Cataluña

In una prima tornata, sono stati invitati all’atelier del 9 maggio Toni Rumbau, direttore di Titeresante e coautore (assieme a José Luís Melendo) dello Studio sul Settore del Teatro di Burattini, Visuale e di Oggetti (TTVO), Jordi Alomar, direttore del IF Barcellona, Sara Serrano, del gruppo direttivo del IF Barcellona y Yanisbel V. Martinez, di Titeres Etcétera.

Presentazione di Bettina Vielhaber, della Comp. L’Échelle, durante le Giornate Professionali del Festival Internacional de Teatre de Teresetes di Maiorca. Palma 2021. Foto Elàstic Nou

Nel decisivo atelier del 9 giugno hanno partecipato anche alcuni rappresentanti di UNIMA Federazione Spagna e di UNIMA Catalunya, UNIMA Aragon e UNIMA Baleari: i Consiglieri Internazionali Adolfo Ayuso, Carles Cañellas y Mina Traap, più i già citati nel paragrafo precedente.

Alcune considerazioni sopra le parole chiave degli Incontri

L’atelier del 9 giugno si è concentrato sui due punti seguenti:

1 – Identificare gli strumenti di lavoro delle distinte reti in ognuno dei tre paesi.

2 – Quali azioni e complicità si possono avviare in futuro?

Si sono dette molte cose e tutti hanno espresso le proprie opinioni partendo dalle rispettive esperienze. Due dei partecipanti si sono incaricati di raccogliere le parole chiave che sono andate emergendo nei diversi dibattiti.

Le abbiamo raggruppate al fine di poterle commentare, analizzando il loro significato.

Diversità, Ascolto, Distribuzione, Rispetto, Autonomia

Questa sequenza di parole chiave esprime molto bene una delle tematiche principali sollevate dall’atelier: come le differenze e la diversità possono convivere in un mondo così volubile che tanto va sia verso il globale e l’unitario sia verso la dispersione e il locale.

Nel campo che ci lega, il Teatro di Burattini, Visuale e di Oggetti (TTVO a partire da adesso) le differenze sono note: dalle dimensioni delle compagnie, i pubblici a cui si rivolgono, le ambizioni artistiche, i bilanci gestiti, ecc. Allo stesso modo, se ci poniamo nella complessità dell’ecosistema burattinesco, ci muoviamo tra enti, istituzioni e progetti di enorme varietà (compagnie, teatri, festival, feste, scuole, musei, centri, organizzazioni, ricerche, riviste …).

Gianduja. Museo di Gianduja a Torino. Foto T.R.

D’altra parte c’è la diversità culturale e geografica dei tre paesi vicini, con la gran ricchezza e varietà delle sue realtà locali.

Senza dubbio la prima condizione per convivere con questa diversità è saper ascoltare che mostra rispetto verso l’altro. Presto detto, però difficile da fare. Ben conosciuta e la difficoltà di ascolto che abbiamo al giorno d’oggi: la fretta e il pragmatismo del sopravvivere ci impongono tempi brevi che dobbiamo ammortizzare. “Il tempo è oro” e così ci lasciamo portare lungo i sentieri di un tempo frammentato che non ci permette di prestare attenzione all’altro. Come direbbe Byung-Chul Han, un tempo senza aroma.

Se non c’è tempo di ascolto, ci sarà poco rispetto.

Incontro di direttori di festival spagnoli. Da sinistra a destra: Jordi Alomar del IF Barcelona (dietro), Juanjo Corrales del Festival di Bilbao, Ángel Casado del Festival di Alicante, Toni Rumbau, direttore di Titeresante, Aina Jiménez del Festival de Teresetes di Mallorca e Marián Palma, del Titirimundi di Segovia. Giornate professionali del Festival Internacional de Teatre de Teresetes di Mallorca. Foto Ángel Casado

La tematica della Diversità dell’Ascolto del Rispetto è senza dubbio uno dei punti cruciali da trattare e da risolvere della nostra epoca. Il vantaggio che abbiamo noi operatori del TTVO, quale che sia lo spazio che occupiamo nel suo complesso ecosistema, è che la nostra professione si basa precisamente sull’accettazione del Doppio, dell’Altro, dell’Alterità in senso metaforico ma al tempo stesso reale: i burattini sono dei doppi che si può toccare. Di fatto, sono creati consapevolmente. Noi burattinai siamo condannati a trattare e ad apprendere come maneggiare i temi dell’Alterità, perché sono l’essenza del nostro lavoro.  A differenza della Politica che tratta la alterità da una prospettiva di controllo e manipolazione. Politici e burattinai manipoliamo: noi con coscienza e proclamando che è lo specifico del nostro mestiere; loro dissimulando e negando che sia anch’essa la base del loro.

Museo del Burattino di Bergamo, Italia. Foto T.R.

Per questo il settore burattinesco può aprire porte e spazi di sperimentazione su queste tematiche tanto complesse e sottili. Queste considerazioni organizzative tra il nazionale e il regionale, il globale e il locale, così come sulle differenze delle nostre intrinseche diversità, costituiscono la natura propria e necessaria di una pratica che prende questi compiti come attività indispensabili nel coltivare questo grande “giardino delle differenze” che è l’Europa. Esaltare la diversità non per separare ma per unire partendo dalle differenze.

Perciò questi incontri hanno tanto entusiasmato i partecipanti.

La frammentazione indebolisce, mantenere l’unità per aiutare tutti, stare vicini ai territori, e alle strutturazioni regionali

Queste parole chiave fanno riferimento diretto alla realtà italiana e esprimono il pensiero di coloro che oggi lottano perché UNIMA Italia superi questa tendenza alla frammentazione che finisce per indebolire tutta la professione.

Naturalmente sono parole che riguardano anche la Spagna, anche se qui si accetta la frammentazione e la decentralizzazione è strutturata, ciò che ha permesso di apprendere come gestirla.

Battaglia di maschere. Fondale di Peppino Sarina. Museo Peppino Sarina. Tortona. Foto T.R.

Le parole descrivono di nuovo questa tensione tra il Tutto e le Parti, e come possono relazionarsi tra loro. Noi burattinai di ogni paese non abbiamo altro rimedio che adattarci alle diverse realtà esistenti. E sicuramente ognuna di esse porta prospettive differenti e in un certo modo complementari. La fortuna è che possiamo imparare gli uni dalle esperienze degli altri.

Potremmo aggiungere qui l’importanza che le Parti (UNIMA locali, associazioni regionali, etc.)  cerchino di relazionarsi tra loro andando al di là delle frontiere nazionali, stabilendo accordi e progetti in comune, come già fanno alcuni musei, festival, compagnie e centri spagnoli, italiani, francesi e sloveni.

Identificare (cartografia)

Qui c’è una delle necessità ineludibili del settore: sapere chi e quanti siamo, dove siamo, che luogo occupiamo nel contesto delle Arti Sceniche e nella società in cui siamo inseriti, come ci definiamo. Di questo di solito si occupano le organizzazioni. THEMAA ha già alcuni strumenti di conoscenza attualizzata del settore che permettono ai suoi affiliati di stabilire linee strategiche di intervento, con dati che danno una fotografia del momento. Nella regione dell’Occitania, in Francia, si è realizzato, nell’ambito di Sodam (Schema di Orientamento delle Arti della Marionetta) una cartografia che mostra le realtà di un territorio molto vasto (vedi la cartografia).

Due immagini del laboratorio ‘Meumainmio’, diretto da Alfred Casas (2018), Institut del Teatre, Barcelona.

In Spagna, il recente studio realizzato da UNIMA Federazione Spagna, Titeredata (vedi qui) ha realizzato una delle più complete radiografie che si siano mai fatte nel campo delle Arti Sceniche. Allo stesso tempo è in fase di creazione uno strumento digitale che attualizzi annualmente in modo automatico i dati di base del settore in Spagna.

In Italia si sono effettuati alcuni studi e c’è la volontà di avanzare su questo tema.

Non c’è dubbio che mettere in relazione queste cartografie del settore, comparando le distinte realtà e mappando la complessità dell’ecosistema burattinesco nei tre paesi, Francia, Italia e Spagna, sarebbe un gran passo avanti per coltivare “il giardino europeo delle differenze”.

Copertina del nº12 di Fantoche

D’altra parte, il lavoro di analisi e di critica delle pubblicazioni esistenti (Manip, Fantoche, il bollettino di Odradek, Titeresante, etc.) svolge una chiara funzione di “specchio”: mostrano la realtà della pratica artistica del settore così come le sue dimensioni nascoste. Sicuramente andrebbero potenziate queste iniziative.

Parità, Trasversalità, Aggregazione, Partecipazione

Sono queste alcune parole chiave che rispondono alle aspirazioni attuali, che fluttuano nell’ambiente. Cercare la parità di genere è un anelito condiviso da molti. D’altra parte la presenza delle donne nel settore del TTVO è ogni giorno maggiore, in molti casi, maggioritaria.

La trasversalità ci rimette ci riporta a questa caratteristica propria del TTVO: essere un linguaggio di linguaggi, una costante crocevia di discipline artistiche e teatrali differenti. Croce e nodo; e già sappiamo che i nodi sono queste singolarità dove possiamo trovare piegate dimensioni multiple. Luoghi aperti, poi, alla creazione, all’irruzione del nuovo e dell’inaspettato. Spingere per la trasversalità è dunque una necessità basica di un settore che crede nell’intersezione.

Aggregarsi per partecipare. Uscire dalle posizioni narcisiste ed entrare i processi collaborativi e di partecipazione.

La coscienza di essere un ecosistema

Questo è un passo di maggiore consapevolezza del settore che sembra fondamentale. Non tutti hanno questa consapevolezza. La sua carenza denota una grave debolezza. A volte si tende a chiudersi in una bolla, giustificata dal grande sforzo che è il sopravvivere: si impedisce l’incrocio e la trasversalità del multidisciplinare, e della diversità del settore.

L’ecosistema del settore del TTVO (grafico estratto dallo Studio Títeredata)

Solidali, solidarietà, azioni comuni

Parole importanti, indispensabili, anche se a volte scontate. Perché non suonino vuote di contenuto, dobbiamo collegarle e incrociarle con alcuni dei concetti esposti prima: diversità, ascolto, rispetto, lealtà, coscienza di essere un ecosistema…

Cercare azioni comuni sarebbe il corollario delle buone intenzioni di questi incontri.

Le riunioni del tempo perso

Credo che queste parole si riferiscano alla necessità di percepire e assaporare il tempo, in un’epoca che invece preferisce frammentarlo. Per quello, il tempo deve abbandonare la sua categoria di utilità, non può più essere strumentale, tenere “un perché”. Deve essere un “tempo perso”, solo allora si lascia catturare dalla coscienza, attraverso “il non far nulla” e la noia, le migliori scuole per assaporare il tempo.

Pepe Otal con Il Tempo, marionetta de Il Gran Teatro del Mundo. Fotografia di Jesús Atienza

Sappiamo bene che il teatro è rendere percepibile il tempo su un palcoscenico e condividerlo. Nel TTVO contemporaneo, la tematica del tempo è nucleare, associata di fatto al tema del Doppio: per vedere la distanza tra l’Uno e l’Altro, è necessario percepire il tempo che li separa. E mentre le parole sono solite nascondere il tempo dietro i contenuti, gli oggetti lasciano che parli attraverso di loro.

Per caso il rito non ha come caratteristica fondamentale essere “tempo perso”? Così deve essere il rito teatrale e i riti di incontro “non utilitaristici” dei professionisti tra di loro.

In conclusione

Non c’è dubbio che esistono molte differenze tra le realtà dei tre paesi partecipanti agli Incontri. La Francia mostra un avanzato stadio di sviluppo, frutto di anni di pratica associativa e di sviluppo professionale del settore. L’Italia, per parte sua, dispone di un lascito patrimoniale impressionante, di una ricchezza unica in Europa, così come di una pratica professionale ben sviluppata, specialmente nel nord e nel centro del paese. La Spagna ha compiuto negli ultimi cinquant’anni passi giganteschi di sviluppo, dopo la lunga notte franchista, e nonostante non disponga di una pratica associativa comparabile a quella francese né di un lascito storico come quello italiano, conta in questo momento un buon numero di compagnie, molte delle quali di gran qualità e prestigio internazionale.

Il TOPIC di Tolosa.

Se guardiamo agli ecosistemi del settore, vedremo che mentre i festival sopravvivono più o meno bene nei tre paesi, i temi della Formazione e della Conservazione del Patrimonio (Musei) non stanno allo stesso punto. Spagna e Italia sono carenti di sistemi regolati di formazione burattinesca, con l’eccezione dell’Istituto del Teatro di Barcellona, che continua a impartire classi di teatro visuale e di oggetti sempre più consolidate.

La realtà dei musei è diseguale, e senza dubbio la Spagna occupa il posto peggiore, nonostante l’esistenza di quattro musei ben consolidati: il TOPIC di Tolosa, il MITA (Museo Internazionale dei burattini della Valle d’Albadia, a Valencia), il Museo del Burattino di Cadice e il MAE (Museo delle Arti sceniche, nell’Istituto del Teatro di Barcellona, solo con fondi ben conservati e documentati, però senza spazio di esposizione). Ci sono anche varie collezioni come quella di Francisco Peralta in Segovia e quella di Joaquin Hernandez in Pola de Siero, nelle Asturie.

Partecipanti al corso di Iker Vicente realizzato all’Institut del Teatre, organizzato dal Festival IF di Barcellona 2016

Una realtà che non possiamo comparare alla ricchezza di fondi e luoghi espositivi dell’Italia, né alla buona strutturazione del patrimonio in Francia. Però anche così, alcuni di questi musei mantengono una grande attività, come nel caso del TOPIC di Tolosa, sempre coinvolto in progetti collaborativi con altri musei del paese ed europei, come l’importante Museo della Marionetta di Lisbona.

Forse non tutti gli organismi degli ecosistemi dei tre paesi partecipano all’unisono e con la stessa adesione entusiastica a questa necessità di condividere e di collaborare al di là delle frontiere, ma certamente lo fanno molti elementi degli stessi, dalle compagnie fino ai festival, ai musei, alle scuole o la stessa UNIMA e le sue parti federate.

Credo che si debba lasciare “tempo al tempo” perché queste idee uscite dalle parole chiave degli incontri che si sono tenuti maturino e trovino i loro differenti modi di materializzarsi.

Link degli organismi partecipanti:

Francia:

– THEMAA
– Odradek, cie Pupella-Noguès
– FAMO (Fédération pour le Arts de la Marionnette en Occitanie)
– POLEM  (Régroupement de marionnettistes de la Région Sud)
– AURA (Collectif de marionnettistes de la Region Auvergne Rhône Alpes)

Italia:

– UNIMA Italia

Spagna:

– UNIMA Federación España
– TÍTEREDATA (Estudio del Sector del TTVO en España) (Bajar estudio entero aquí)
– UNIMA Cataluña
– UNIMA Aragón
– UNIMA Illes Balears
– IF Barcelona
– Titeresante