In occasione della Giornata Mondiale della Marionetta, che UNIMA Italia festeggia con una Manifestazione dal bellissimo titolo ESSERE UNIMA – ESSERE UMANI, mi piacerebbe piantare un mandorlo a Montemurro, un piccolo paese della Basilicata dove io e mio fratello Bruno, entrambi soci UNIMA Italia, siamo cresciuti.

In questa terra aspra abbiamo imparato a conoscere e a rispettare la natura, a far crescere i boschi e a curarli con tagli programmati. Abbiamo avuto maestri contadini, pastori e boscaioli, maestri amici musicisti e zampognari. In questa terra abbiamo lavorato come burattinai, partecipato al primo festival di Pignola nel 1980 e partecipato alle iniziative dell’Associazione Basilicata Spettacoli con Rocco Laboragine.

Così, “per proporre un futuro al di là di tutto”, nell’anno de “L’Appello della Foresta”, lanciato come tema dal Segretario Generale UNIMA Dimitri Jageneau, non voglio dimenticare i tanti “alberi” piantati da organizzatori coraggiosi per far conoscere agli abitanti della nostra terra aspra il nostro teatro. Sono tanti i ricordi delle tournée in Basilicata, di tutte le volte che ci siamo persi sulle montagne, dei tanti laboratori nei paesi più sperduti, piccoli ramoscelli che occorrerebbe raccontare… ma sarà per un’altra occasione. Ora mi sembra importante dare un segnale di futuro proprio da una terra laboriosa e orgogliosa con un coraggioso teatro di figura, il PAT di Matera che conserva la memoria di Tina La Torre e i pupazzi da lei costruiti e un’altrettanta coraggiosa Cineteca, a Oppido Lucano, che custodisce preziose lanterne magiche. In sintesi una regione non indifferente al teatro di figura ma poco conosciuta, dove piantare un mandorlo ha un significato davvero particolare.

Questa idea mi è nata durante la bellissima Assemblea d’Autunno tenuta a Napoli, a Casa Guarattelle. L’incontro con amici che non vedevo da tempo mi ha fatto pensare agli alberi, alle radici, all’incredibile storia tutta da raccontare della nostra associazione. Quando ho saputo del titolo dato alla Giornata Mondiale della Marionetta mi sono detta: sarebbe bello piantare alberi in quel giorno, piantare tanti alberi quanti sono gli iscritti UNIMA Italia. Proposito troppo grande e difficile da realizzare. Poi sono stata colpita dalla frase del Segretario Generale UNIMA, Dimitri Jageneau: “Proporre un futuro al di là di tutto”. Allora ho pensato che qualcosa dovevo iniziare a fare, anche piantare un solo albero, pur sapendo che per salvare questo pianeta occorre piantare tanti alberi. Un albero simbolico per UNIMA Italia, il primo di una lunga serie per il futuro.

Io e Bruno abbiamo dei terreni di famiglia in Basilicata. Oggi la nostra piccola regione vive la solitudine del tempo. Lucania, nome storico della Basilicata, vuol dire terra di boschi, terra di luce, terra di lupi, e nel tempo la regione ha subito il disboscamento ed è terra di estrazione petrolifera e davvero occorre pensare a un futuro al di là di tutto e così piantare un albero ha un forte significato.

Deciso questo, il mio problema è diventato: che albero piantare? All’inizio ho pensato all’ulivo e poi alla quercia, poi alle piccole piante di pere e di mele della nostra terra, specie antiche in via di estinzione. Ma poi ho pensato a un albero che si pianta in primavera, che abita luoghi freddi e soleggiati, che negli ultimi anni fa fatica a dare i suoi frutti, che vive sia in occidente che in oriente, che si trova in tutte le parti del mondo, pianta forte con fiori delicati: il mandorlo. Gli alberi di mandorlo hanno accompagnato la nostra infanzia: abbiamo raccolto i loro frutti, ci siamo arrampicati sui loro tronchi robusti e abbiamo raccolto il vischio che vi cresceva tra i rami. Poi abbiamo visto i fiori cadere con le gelate e i frutti non nascere più. Ricordavamo i cesti colmi di mandorle, poi più niente. Abbiamo chiesto e ci hanno detto che il clima è cambiato e che tra il sole troppo caldo e le sempre più frequenti gelate i mandorli hanno avuto problemi e che poi sono mancati gli insetti impollinatori come le piccole api della nostra terra, che muoiono nelle arnie. Che dire?

Terra difficile la nostra che si trova tra i venti dell’Eni e i venti della Total.

E allora?

Proporre un futuro al di là di tutto.

Piantare un mandorlo diventa davvero un gesto di grande significato ecologico. Il mandorlo ha avuto origine in Asia Minore e poi si è diffuso in Medio Oriente, in Grecia e in tutti i paesi che affacciano sul Mediterraneo fino ad arrivare nella Cina Occidentale. Del mandorlo parlano sia la Bibbia che il Corano. “Tra i simboli più diffusi c’è quello della rinascita, dovuto al suo fiorire già a fine inverno, e quelli del mistero e della conoscenza, dovuti al seme, la mandorla, racchiusa, o meglio, “rifugiata” nel guscio. E infattiin arabo mandorlo significa “cercare rifugio” che è il seme nascosto, cioè la mandorla. Anche nell’iconografia cristiana la mandorla assume un significato che richiama una sorta di ponte tra ciò che è manifesto e ciò che è nascosto”.

Una pianta che unisce i popoli, forte e delicata, rappresenta la rinascita, il mistero e la conoscenza, il ponte tra il “manifesto” ed il “nascosto”, mi è sembrata la scelta giusta per la Giornata Mondiale della Marionetta.

Nella nostra campagna c’è un luogo magico, un anfiteatro naturale, circondato da querce: lì pianteremo un primo albero di mandorle in attesa di piantarne in futuro molti, molti altri.

Rosellina Leone