Ho partecipato all’edizione #0 e #1 di Simposio e a gennaio, agenda nuova alla mano, ho segnato subito in agenda le date del prossimo appuntamento: Simposio #2 – 28-30 giugno a Follonica. Wow! È uno dei pochi appuntamenti che segno con così tanto anticipo, come si fa coi matrimoni, coi compleanni importanti, con le occasioni cui teniamo e dove vogliamo esserci!

All’inizio non mi era molto chiaro cosa fosse questo incontro, poi pian piano non solo l’ho capito, ma sento di contribuire con tutti gli altri partecipanti a ridefinirne di anno in anno l’orizzonte: Simposio evolve con noi, e questo lo rende un incontro davvero speciale: per tre giorni si rende concreta una comunità dove apriamo domande e avviamo ricerche sulle potenzialità del teatro di figura e dell’oggetto animato nei contesti del sociale.

Ogni volta sono tornata a casa nutrita dal confronto con colleghe e colleghi, dall’aver scoperto qualcosa in più sul mondo della marionetta, dall’aver attraversato esperienze laboratoriali originali, dall’aver ritrovato vecchie conoscenze o dall’averne avviate di nuove, dall’aver ridefinito alcuni miei punti di vista, dall’aver incontrato gli altri attraverso il fare e il riflettere, dall’aver affrontato divergenze allenando una reciproca comprensione.

Ogni volta son tornata a casa con più domande di quando sono partita, e questo mi rende conto della complessità dei mondi da cui veniamo e mi offre l’opportunità di andare in cerca delle risposte nell’anno di lavoro che segue.

Spesso ci siamo interrogati su chi siamo, noi comunità, popolo, viaggiatori di Simposio: siamo operatori? Marionettisti? Formatori? Educatori? Pedagogisti? Conduttori? Un po’ di ognuna di queste professioni? E poi ho ritrovato la definizione che Giulia Innocenti Malini offre per il verbo condurre: con + ducere “muovere insieme entro un imprevisto crocevia di direzioni”. Ecco, io sento che a Simposio “muoviamo insieme” e in virtù di questo il pensiero e l’azione collettivi continuano a trasformarsi.