Care socie e cari soci,

è importante informare tutti voi e in particolare coloro che non hanno potuto partecipare all’Assemblea Generale del 30 ottobre a Napoli riguardo ai risultati della consultazione sull’aumento delle quote sociali e sulle decisioni comunicate in Assemblea.

Nell’Assemblea Generale di marzo a Pordenone, come Consiglio Direttivo avevamo annunciato l’intenzione di proporre un aumento delle quote associative, pur consapevoli delle difficoltà economiche che hanno colpito tutti noi negli ultimi anni, prima con la pandemia COVID e con la guerra in Ucraina iniziata allora da poche settimane. Tante i motivi a lungo ponderati, e che riassumiamo al termine di questo testo, alla base della proposta di aumentare le quote portandole a € 40 per i soci singoli e a €. 80 per enti e gruppi.

Su questa siete stati chiamati a esprimere la vostra opinione tra settembre e ottobre in una consultazione non vincolante svolta tramite un questionario online; perché crediamo che scelte così importanti debbano essere preparate e decise non calandole dall’alto, ma attraverso un percorso di condivisione con tutta la nostra comunità.

Il risultato della consultazione è stato il seguente:

– 88 sono state le risposte al questionario

– il 69.3 % (61 soci/e) si è espresso/a a favore della proposta del Consiglio Direttivo

– il 19.3 % (17 soci/e) si è espresso/a a favore dell’aumento ma ha proposto quote diverse

– il 11.4 % (10 soci/e) si è espresso/a contro l’aumento delle quote.

Un risultato largamente favorevole all’aumento delle quote e molto confortante perché ha espresso la disponibilità dei/delle soci/e a impegnarsi con un maggior aggravio economico al rafforzamento di UNIMA Italia. Nonostante questo risultato ci incoraggiasse come Consiglio Direttivo a sottoporre l’incremento delle quote all’approvazione dell’Assemblea di Napoli, abbiamo invece deciso di rinunciare all’aumento per il 2023. È stato un gesto di attenzione e ascolto delle ragioni di alcuni/e soci/e che si sono espressi/e contro l’aumento, i/le quali con grande equilibrio hanno motivato il loro no con le fatiche e i disagi di un contesto economico e una congiuntura internazionale che sono decisamente peggiorati rispetto a quando avevamo iniziato le prime riflessioni sull’aumento.

Quindi in conclusione il Consiglio Direttivo ha deciso:

– per l’anno 2023: nessun aumento e mantenimento delle quote a 25 euro per i soci individuali e 50 euro per le persone giuridiche.

Se nel 2023, come speriamo, il quadro economico sarà migliorato siamo determinati a portare al voto dell’Assemblea del prossimo autunno questa proposta:

– dal 2024: aumento delle quote a 40 euro per i soci individuali con quota agevolata di ingresso per il primo anno ai nuovi soci individuali a 25 euro e 80 euro per le persone giuridiche.

A seguire i motivi che ci hanno spinto a proporre l’aumento:

Il primo motivo è che se si vuole dare forza e stabilità alle attività e alla vita dell’Associazione è necessario rendere robusta e sicura la sua situazione economica. Dalla metà del 2020 sono stati compiute molte azioni tese a rendere funzionali, efficienti e adeguati alle norme gli aspetti organizzativi/gestionali di UNIMA:

  • è stato cambiato il gestore del sito web; è stata aggiunta alla PEC anche la firma elettronica ormai indispensabile per poter partecipare a bandi e richiedere finanziamenti pubblici;
  • è stato attivato un abbonamento annuale a ZOOM per 100 partecipanti e lo implementiamo in capienza fino a 300 partecipanti in occasione delle due assemblee annuali;
  • è stata utilizzata in occasione delle due assemblee elettive che si sono tenute, la piattaforma di voto certificato ELIGO e ciò ha consentito a tutti i soci di esercitare il loro diritto di voto a distanza, senza limitare questo diritto ai soli soci presenti dal vivo alle assemblee. Un aspetto fondamentale per la vita democratica dell’Associazione;
  • stipuleremo a breve una polizza per coprire l’Associazione dai rischi di responsabilità civile verso terzi per danni eventualmente causati durante le nostre iniziative.

Il secondo motivo attiene alla mole di attività messa in campo grazie al lavoro dei/delle soci/e e dei/delle componenti del Consiglio Direttivo che è cresciuta in modo esponenziale, così come è cresciuto il numero degli/delle associati/e. Se come auspichiamo le attività continueranno a svilupparsi diventerà sempre più difficile gestirle col solo lavoro volontario ma ci sarà nei prossimi anni bisogno di un sostegno al lavoro di segreteria. A titolo esemplificativo portiamo l’esempio di due Centri nazionali UNIMA a noi vicini culturalmente e geograficamente e coi quali stiamo da tempo collaborando. UNIMA Federazione Spagna che ha come noi poco più di 200 soci ha da diversi anni un’impiegata di segreteria a tempo parziale e THEMAA-Unima Francia che ha il doppio dei nostri iscritti ha un’impiegata a tempo pieno e una a tempo parziale.

Analogo discorso se vogliamo immaginare che UNIMA abbia prima o poi una sede propria e non sia più soggetta all’ospitalità generosa offerta da/dalle singoli/e soci/e; anche perché con le nuove e stringenti regole, la modifica della sede sociale porta con sé l’obbligo di adeguamento di tutti i contratti per i servizi in essere e delle registrazioni presso le varie amministrazioni pubbliche.

Il terzo motivo: il costo associativo attuale è immutato da almeno 25 anni! Nel 1997 infatti la quota associativa era di 50.000 lire per i singoli e 100.000 per i gruppi. Nel frattempo il costo della vita è cresciuto del 50% e così le nostre quote attuali equivalgono a meno di 50 centesimi di euro alla settimana per i soci singoli e a meno di un euro per le strutture e i gruppi. Queste quote sono significativamente più basse (almeno la metà) di quelle di tutte le altre realtà associative nazionali del nostro settore professionale (a partire da Assitej per passare a Cresco, Ancrit, ATF, etc.) e delle UNIMA a noi vicine. Inoltre, nel Congresso Mondiale UNIMA dello scorso anno è stato deliberato un aumento delle quote che i Centri nazionali devono annualmente versare a UNIMA. Per UNIMA Italia, che rientra in base al suo PIL tra i paesi “ricchi”, questo ha comportato un aumento da 3 a 5 euro (+40%) dell’importo da versare a UNIMA per ogni nostro associato.

Il Consiglio Direttivo